Dalla visione materialista ed utilitaristica che ci attornia alcune domande affiorano continuamente. L'arte è inutile? Oppure è solo decorazione, piacevolezza e svago? Oppure è un affare economico? Alla fine, a cosa serve avere qualcosa che non produce nulla?

Storicamente parlando, l'Arte ha assolto a decine di compiti, nessuno dei quali inutile; certo alcuni elevati (pensiamo all'Arte Greca) e altri deliranti (pensiamo alla nuova Berlino di Speer per Hitler), ma comunque tutti indirizzati verso uno scopo.
E allora oggi cosa può fare l'Arte di "utile" per noi?
Molte sono le risposte e in questo contributo voglio parlare di una in particolare: l'Arte oggi può farci capire il presente non con le sole immagini ma con le suggestioni del nostro passato.
E dal nostro passato l'emigrazione, sia in senso stretto che in senso lato, è una situazione che ancora ci compenetra e fa parte del quotidiano.

L'emigrazione, quella fisica che porta da un luogo all'altro, è un fenomeno che abbiamo nel sangue; l'Italia, povera e senza prospettive moderne, alimentò la popolazione di interi continenti (si pensi al Sud America o all'Australia) fin dall'Ottocento.angiolo tommasi emigranti
L'Arte di allora raccontava il presente fatto di miseria, di speranza, di dolore nel distacco e gioia nel ritorno. Dipinto famosissimo è "Gli emigranti" del livornese Angiolo Tommasi (1858-1923) dove il drammatico viaggio ancora non è iniziato, le navi attendono in linea sullo sfondo e una donna, seduta isolata sulla destra in attesa riflette in un'espressione sola tutti i sentimenti e le sensazioni della partenza. L'Unità d'Italia evidenziò ancora di più differenze economico-culturali che il verismo, in letteratura come nell'Arte, sottolineò con grande efficacia. Il dramma umano era soprattutto il dramma della partenza di un viaggo di almeno 3 settimane in condizioni a volte inumane verso paesi sconosciuti. 

raffaello gambogi emigranti E' un'Arte che più che denunciare richiede solidarietà per un'umanità così priva di elementi essenziali da abbandonare il proprio vissuto per cercarne uno nuovo. Molto spesso però non viene lasciato il sottinteso ritorno; la miseria è temporanea, il sacrificio di alcuni sarà ripagato dal beneficio di tutti.

Questa linea del sacrificio per il ritorno è un filo conduttore che accompagna la narrazione artistica anche con i mezzi più moderni e "oggettivi" come la fotografia. Così come la documentazione dell'"avercela fatta", di essere partiti con una speranza diventata realtà.
La fotografia diventa allora espressione e documentazione, soprattutto negli anni '50-'60.

Nella galleria di immagini in fondo all'articolo si trovano alcune testimonianze interessanti.

Gohar Dashti Iran Untitled 2013Oggi non siamo (quasi) più noi gli emigranti, non siamo più i soggetti dell'Arte; i soggetti sono diventati altri e così il punto di vista dell'artista.
Il viaggio verso mondi nuovi è quindi interpretato nel suo contenuto più che nella sua forma; è un viaggio verso il nulla, verso il rifiuto, attraverso l'indifferenza.
Il verismo odierno non racconta cioè che accade, ma soprattutto ciò che ne consegue e si oppone alla volontà di realizzarsi degli emigranti.

E non può essere che tragico; la solidarietà non è cercata sentimentalmente negli affetti, ma più profondamente con la nostra reponsabilità nell'accaduto.
Gohar Dashti mette in coda persone in un ipotetico centro di permanenza temporaneo che è temporaneo perché si trova in un deserto, nel nulla. Chi aspetta lo fa perché costretto da non si sa chi (noi?), ma inutilmente perché niente può accadere.

Ai Weiwei installazione alla Konzerthaus di Berlino 2016 2Ai Weiwei ci sbatte in faccia i migliaia di giubbotti salvagente che non contengono più persone, ma solo l'idea che quelle persone non esistono più costringendoci a chiederci il perché.

La zattera della medusa géricaultBanksy, celeberrimo "artista di strada" (termine orrendo, svilente e fuorviante per indicare chi non usa tele o altri mezzi canonici ma solo le superficie di palazzi, muri, etc.) centra con uno dei suoi sarcastici abbinamenti la situazione abbinando una zattera alla deriva ignorata da una nave (si presume) di lusso ed il celeberrimo "Il naufragio della Medusa" di T. Gericault (1818). La scelta del "Naufragio" è sintomatica: nel 1815 la fregata "Meduse" si imbatte in un banco di sabbia al largo della Mauritania e fa naufragio. Dei 400 uomini a bordo solo una quindicina si salverà dopo un naufragio drammatico su una zattera di fortuna. Il Romanticismo di Gericault esalta la drammaticità del naufragio. Ma come non pensare ai tanti naufragi di oggi? Non è forse lo stesso dramma, se non di più?
bansky zattera della medusa 2016Banksy ce li mette acidamente di fronte con la differenza che i naufraghi odierni non verranno mai salvati ma vedranno la loro salvezza, che probabilmente neppure si accorge di ciò che accade, sparire all'orizzonte nell'indifferenza.

E qui entra il tema dell'indifferenza: cosa c'è di più tragico di "non esistere"?

bruno catalano viaggiatori 2E' il tema di Bruno Catalano nella serie "Les Voyageurs" installata a Marsiglia, porto emblematico dell'emigrazione ottocentesca: persone che "ci sono" ma non "esistono", fisicamente sono lì ma non trattengono la loro corporeità, non sono "vere", non hanno un posto nel nostro mondo, sono ignorate anche dalle leggi della Fisica.

Attenzione però, l'indifferenza verso gli altri non è un sentimento che si può (de)limitare; questi viaggiatori non sono migranti, siamo tutti noi, chiunque vada da un posto all'altro, chiunque cambi luogo per qualunque motivo.

Con l'indifferenza, noi stessi corriamo il rischio di diventare "altri" per qualcuno, ciascuno migrante anche nei suoi stessi luoghi. Non c'è più bisogno di "partire" per essere "lontani".

Al termine di questa brevissima riflessione abbiamo quindi trovato a cosa serve (anche) l'Arte: a pensare.

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Gli emigranti - 1895 - Angiolo Tommasi

Emigranti - 1894 - Raffaello Bambogi

Gohar Dashti - 2013 - Senza titolo

Installazione Berlino 2016 - Ai Weiwei

Le Radeau de la Méduse - 1818 Théodore Géricault

Porto di Calais - 2016 - Banksy

Les Voyageurs - 2013 - Bruno Catalano

Les Voyageurs - 2013 - Bruno Catalano

Bambini minatori - Belgio

Minatori a Marcinelle

nave di emigranti

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