Emigranti: come l'Arte racconta la Storia. Anche la nostra.

Dalla visione materialista ed utilitaristica che ci attornia alcune domande affiorano continuamente. L'arte è inutile? Oppure è solo decorazione, piacevolezza e svago? Oppure è un affare economico? Alla fine, a cosa serve avere qualcosa che non produce nulla?

Storicamente parlando, l'Arte ha assolto a decine di compiti, nessuno dei quali inutile; certo alcuni elevati (pensiamo all'Arte Greca) e altri deliranti (pensiamo alla nuova Berlino di Speer per Hitler), ma comunque tutti indirizzati verso uno scopo.
E allora oggi cosa può fare l'Arte di "utile" per noi?
Molte sono le risposte e in questo contributo voglio parlare di una in particolare: l'Arte oggi può farci capire il presente non con le sole immagini ma con le suggestioni del nostro passato.
E dal nostro passato l'emigrazione, sia in senso stretto che in senso lato, è una situazione che ancora ci compenetra e fa parte del quotidiano.

Dalla libreria: Leonardo da Vinci
di Serge Bramly

Scrivere la biografia di un mito come Leonardo da Vinci senza ripetere le solite ovvietà è un'impresa non da poco, ancor di più se sotto la lente c'è l'uomo in sé e non il "genio".

Serge Bramly affronta la sfida con il dettaglio di una profonda ricerca e l'originalità del taglio scelto portandoci a conoscere un uomo che per il suo fare è diventato un mito.

Ma pur sempre un uomo era, come tutti noi; con i suoi problemi personali, di relazioni sociali, politici, sentimentali, le ambizioni ed i compromessi per la propria carriera.
Insomma, cosa pensava Leonardo quando i suoi più intimi pensieri si facevano strada tra la sua immensa curiosità?
Questo libro ci aiuta ad immaginarlo con grande soddisfazione.

In poche parole: SUPREMATISMO

Autoritratto in due dimensioni - K. Malevič - 1915

"Nel 1913, cercando disperatamente di liberare l'arte dal mortale peso del mondo reale, trovai rifugio nella forma del quadrato"

"Per suprematismo intendo la supremazia della pura sensibilità nell'arte.
Dal punto di vista dei suprematisti, le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la sensibilità è essenziale. L'oggetto in sé non significa nulla. L'arte perviene col suprematismo all'espressione pura senza rappresentazione."

Kazimir Malevič - vari scritti - 1915-1927 (per le immagini vedi la galleria in fondo all'articolo)

Suprematismo, ovvero supremazia assoluta della sensibilità plastica, il mondo della non rappresentazione, resta una teoria artistica delle più influenti per tutto il Novecento. Talmente innovativa e dirompente che Malevič perderà il suo incarico accademico nel 1926 (Lenin era morto nel 1924 ed era iniziata l'era di Stalin) proprio per le sue teorie così moderne e conseguentemente pericolose per il regime.

Perché 'Natal'ja Gončarova...' a Palazzo Strozzi è una mostra imperdibile

"L'arte del mio paese è incomparabilmente più profonda e più significativa di qualsiasi cosa io conosca in Occidente"
N. Gončarova

Ovvero: esplorare, capire, toccare con mano, apprezzare culture differenti attraverso l'Avanguardia Russa dei primi decenni del Novecento, così diversa da quella occidentale a cui siamo molto più abituati, attraverso l'opera di un'artistaLaFenice 1911 che ha esplorato (è proprio il caso di dire) con intelligenza e fantasia tutti, ma proprio tutti, i mezzi espressivi, dalla pittura alla poesia, dal teatro alla "performing art".

Azzardando un paragone, dobbiamo ricorrere a Picasso per trovare un artista che ha spaziato nelle più diverse forme artistiche quanto la Gončarova.

C'era un americano, uno svizzero e un italiano...
L'Arte vista con gli occhi dei grandi storici: Berenson, Wölfflin e Longhi. (parte 3)

Se vogliamo un approccio emotivo, empatico, vivo e disposto allo stupore, Roberto Longhi è quello che fa per noi.

Il suo modo di porsi di fronte ad un'opera d'Arte è tipicamente "latino", disposto, cioè, al sentimento ed al coinvolgimento; mai prima di allora uno storico dell'Arte ha usato la parola "poeta" parlando di un artista.

Anche Longhi, come gli altri, ha elaborato un sistema di riferimento semantico-emotivo che anziché basarsi su fattori formali e tecnici, fornisce allo spettatore binari figurativi necessariamente inquadrando il discorso ma solo per offrire una base di partenza stimolante e fresca.

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