Dapoi che·llo 'mperio de' Romani si traslatò di Roma in Grecia per Gostantino, e quasi fu partito, e talora abandonato per gli suoi successori, venne molto scemando.

Per la qual cosa negli anni di Cristo circa IIIIc, regnando nello 'mperio di Roma e di Gostantinopoli Arcadio e Onorio figliuoli di Teodosio, una gente barbera delle parti tra 'l settentrione e levante, delle province che si chiamano Gozia e Svezia, di là dal fiume del Danubio, scese uno signore ch'ebbe nome Alberigo re de' Gotti, con grande seguito della gente di quegli paesi, e per loro forza passaro in Africa, e distrussolla in grande parte, e tornando in Italia, per forza distrussono grande parte di Roma, e la provincia d'intorno ardendo, e uccidendo chiunque loro si parava innanzi, sì come gente pagana e sanza alcuna legge, volendo disfare e abbattere lo 'mperio de' Romani; e in grande parte il consumaro.

E poi, negli anni di Cristo IIIIcXV intorno, Rodagio re de' Gotti, successore del detto Alberigo, ancora passò in Italia con innumerabile esercito di gente; venne per distruggere la città di Roma, e guastò molto della provincia di Lombardia e di Toscana.

Per la detta cagione gli Romani veggendosi così aflitti, e forte temendo del detto Rodagio che già era in Toscana, e poi si puose all'asedio della loro città di Firenze, mandato per soccorso in Gostantinopoli a lo 'mperadore. Per la qual cosa Onorio imperadore venne in Italia per soccorrere lo 'mperio di Roma, e coll'oste de' Romani venne in Toscana a la città di Firenze per contastare il detto Rodagio, overo Rodagoso, il quale era all'asedio di Firenze con CCm di Gotti e più; il quale per la volontà di Dio spaventò, sentendo la venuta dello 'mperadore Onorio, si ritrassono ne' monti di Fiesole e d'intorno, e ne le valli; e ivi ridotti in arido luogo e non proveduti di vittuaglia, assediati d'intorno a le montagne da Onorio e dall'oste de' Romani, più per miracolo divino che per forza umana (imperciò che a comparazione de' Gotti l'oste dello imperadore Onorio era quasi niente); ma per la fame e sete sofferta per più giorni per li Gotti, s'arendero i Gotti presi, dopo molto grande quantità prima morti di fame, i quali come bestie furono tutti venduti per servi, e per uno danaio diedono l'uno, con tutto che per la fame e disagio che aveano avuto, la maggiore parte si moriro in brieve tempo a danno de' comperatori che gli aveano a soppellire; e Rodagaso, di nascosto fuggito de la sua oste, da' Romani fu preso e morto.

E così mostra che niuna signoria né grandezza nonn-ha fermo stato, e che non venga meno; ché sì come anticamente gli Romani andavano per l'universe parti del mondo conquistando e sottomettendosi le province e' popoli sotto loro giuridizione, così per diversi popoli e nazioni furono aflitti e tribulati lungo tempo, come innanzi farà menzione; e quegli che lo 'mperio consumarono furono a la fine distrutti per le loro peccata.

Essendo la nostra provincia di Toscana stata in questa afflizzione, e la città di Firenze per la venuta e assedio de' Gotti in grande tribolazione, sì era in Firenze per vescovo uno santo padre ch'ebbe nome Zenobio.

Questi fu cittadino di Firenze, e fue santissimo uomo, e molti miracoli fece Idio per lui, e risucitò morti, e si crede che per gli suoi meriti la città nostra fosse libera da' Gotti, e dopo la sua vita santa molti miracoli fece.

E simile santificò co·llui santo Crescenzio e santo Eugenio suo diacano e soddiacano, i quali sono soppelliti i loro corpi santi nella chiesa di Santa Reparata, la quale prima fu nomata Santo Salvadore; ma per la vittoria che Onorio imperadore co' Romani e co' Fiorentini ebbono contra Rodagaso re de' Gotti il dì di santa Reparata, fu a sua reverenza rimosso il nome a la grande chiesa di Santo Salvadore in Santa Reparata, e rifatto Santo Salvadore in vescovado, com'è a' nostri dì.

Il detto santo Zenobio morì a San Lorenzo fuori de la città, e recando il suo corpo a Santa Reparata, toccò uno olmo che era secco nella piazza dì Santo Giovanni, e incontanente tornò verde e fiorìo; e per memoria di ciò v'è oggi una croce in su una colonna in quello luogo.